Luca Alici - Roberto Gatti, Manuale di filosofia politica,
Brescia, La Scuola, 2021 ed. ampliata
“L’incurante superficialità o la confusione senza speranza o la ripetizione compiacente di 'verità' diventate vuote e trite [...] mi sembra tra le principali caratteristiche del nostro tempo. Quello che io propongo, perciò, è molto semplice: niente di più che pensare a ciò che facciamo”
(Hannah Arendt)
PRESENTAZIONE
di Roberto Gatti
Nel primo volume di questo manuale l’attenzione è rivolta ad alcuni dei principali modelli di ordine politico che hanno dominato la tradizione filosofica dell’Occidente. L’obiettivo è evidenziare gli elementi propri di ciascuno e i rapporti che possono essere stabiliti tra di essi. Naturalmente questa parte non è costituita da un mero elenco di autori, ma si basa su una selezione operata a partire da un preciso criterio interpretativo che ne costituisce il filo rosso. Com’è ovvio, molti criteri si sarebbero potuti scegliere. Abbiamo ritenuto di mettere al centro il rapporto tra natura umana e ordine politico, giacché, almeno fino a una certa epoca della filosofia politica occidentale, l’interpretazione di tale rapporto ha orientato decisamente il pensiero dei vari filosofi politici. Quando ha cessato di orientarlo, si è attuata una vera e propria frattura nella storia della filosofia e si sono aperti scenari sui quali il manuale si sofferma, anche in considerazione della rilevanza che hanno nel periodo che stiamo vivendo.
Il secondo volume è finalizzato a esaminare i concetti salienti del discorso filosofico-politico. La dimensione storica, pur letta attraverso l’accorgimento selettivo che si è detto, si salda così a quella tematica. Attraverso tale metodo è stato possibile offrire un quadro disposto su due livelli, che però non rimangono slegati, ma si connettono l’uno all’altro e allo stesso tempo permettono, a chi sia maggiormente interessato a una delle due parti, di leggerla e utilizzarla, anche a scopo didattico, nella sua pur parziale autonomia.
La struttura del manuale non è, quindi, quella tipica di una storia della filosofia politica e/o delle dottrine politiche, genere già più volte praticato e che sarebbe stato superfluo ripetere. Abbiamo cercato, invece, di introdurre allo studio della disciplina con un taglio storico e tematico, lasciando al lettore (sia egli un insegnante, uno studente, un cultore, una persona interessata ai temi affrontati) la possibilità di incrociare i due percorsi e di sviluppare per proprio conto ulteriori itinerari che nel testo vengono suggeriti.
Crediamo che tale metodo possa essere utile in special modo ai docenti, sia universitari che di scuola superiore, perché consente di scandire l’insegnamento di questa disciplina, come parte integrante della filosofia, non solo mettendo a frutto la distinzione tra autori e concetti, ma anche distribuendo le due parti, volendo, in due annualità distinte o anche, nel caso siano usati insieme, avendo sempre a disposizione per ogni autore i necessari e ampi riferimenti tematici, usufruendo anche della vasta bibliografia.
Se si tiene presente questo sfondo generale, si può dire che l’importanza del costante riferimento ai classici - antichi, moderni, contemporanei - risiede nel fatto che costituiscono il punto di partenza e di appoggio migliore per fornire strumenti che agevolino la comprensione dei diversi argomenti toccati. Su tale base diventa inoltre più agevole orientarsi nel panorama pluralistico che contraddistingue la nostra tradizione filosofica o, se si preferisce, nel panorama delle tradizioni che connotano la complessa vicenda del pensiero filosofico-politico dell’Occidente. Vi abbiamo incluso le correnti che sovente, specie nel contesto culturale del nostro paese, hanno ricevuto un’attenzione minore di quella che forse sarebbe stata opportuna (si pensi, per esempio, al personalismo di Maritain, Mounier, Ricoeur).
Ma c’è ancora un altro punto. Solitamente le tradizioni interpretative presenti nell’esteso e frastagliato panorama della filosofia politica italiana tendono, in trattazioni analoghe a quella che proponiamo, a parlare prevalentemente di se stesse, praticando poco il metodo del confronto tra le une e le altre. Riteniamo che questo modo di procedere rappresenti lo spaccato, entro una disciplina specifica, di uno scenario più generale, che è quello del dibattito filosofico in Italia, sviluppato spesso (anche se ovviamente non sempre), da parte di chi si riconosce in questa o quella tradizione, secondo una logica fortemente autoreferenziale.
Sarebbe esagerato affermare che questo libro supera tale circolo vizioso. Diciamo, più appropriatamente, che è nato con l’intenzione di farlo, cioè di far dialogare tradizioni diverse, pur offrendo una lettura chiaramente orientata. Starà ai lettori giudicare la riuscita o meno del tentativo.
Qualsiasi introduzione alla filosofia politica, ma in generale qualsiasi introduzione alla filosofia tout court, non dovrebbe pretendere di più. Se fare filosofia significa, come sostiene Hannah Arendt, imparare a «pensare ciò che facciamo», la modesta (ma forse non del tutto irrilevante) funzione che può svolgere chi si impegna a introdurre ai suoi problemi è di offrire una prima attrezzatura di base per iniziare a misurarsi con questo compito, eseguendo il quale la filosofia incontra la vita e si sforza di comprenderla per agire in essa con responsabilità.
INDICE
VOLUME PRIMO - GLI AUTORI
Introduzione
CAP. I
La politica come concordia
1.1 Premessa
1.2 Ordine dell’anima e ordine della città: Platone
1.3 «Il governo dei liberi è più bello»: Aristotele
1.4 Agostino e la novità cristiana
1.5 Felicità e beatitudine: Tommaso D’Aquino
1.6 Per una sintesi
CAP. II
Individualismo e politica
2.1 «Frenare» o « correggere» l’uomo? Machiavelli
2.2 La paura e il «dio mortale»: Hobbes
2.3 L’egoista ragionevole: Locke
2.4 Per una sintesi
CAP. III
Verso la crisi dell’idea di «natura umana»
3.1 «Cambiare la natura dell’uomo»? Rousseau
3.2 Natura e libertà in Kant
3.3 L’uomo è un «prodotto sociale»: Marx
3.4 Il punto su ragione e politica: Hegel e Marx
CAP. IV
In difesa della libertà
4.1 A. de Tocqueville
4.2 J. Stuart Mill
CAP. V
Scienza, linguaggio, democrazia
5.1 Kelsen
5.2 Popper
5.3 Rawls
5.4 Arendt
5.5 Habermas
CAP. VI
La politica nel personalismo
6.1 Maritain, Mounier
6.2 Ricoeur
Indice dei nomi
Indice degli argomenti
VOLUME SECONDO - I CONCETTI
Introduzione
CAP. I
Che cos’è la filosofia politica
CAP. II
Politica, politico, antipolitico
2.1 Il politico
2.2 Impolitico e antipolitica
CAP. III
La giustizia
3.1 Cos’è il giusto? Teorie a confronto
3.2 Cos’è giusto?
3.2.1 Sui diritti della persona
3.2.2 Uguaglianza e libertà
3.2.3 doveri della persona
3.2.4 Il diritto di punire
3.2.5 I diritti e i doveri nella società multietnica
CAP. IV
Autorità e potere
4.1 Auctoritas
4.1.1 A chi e perché obbedire?
4.1.2 Autorità e potere
4.1.3 Autorità(-potere) e libertà
4.1.4 La resistenza all’autorità
4.1.5 Tollerare: perché, chi, come...
4.1.6 ...fino a che punto?
CAP. V
L’esercizio dell’autorità in democrazia
5.1 L’autorità limitata: il costituzionalismo
5.2 L’autorità partecipata: referendum, istituzioni rappresentative, partiti
5.2.1 Il referendum
5.2.2 Le istituzioni rappresentative
5.2.3 I partiti: le loro funzioni
5.2.4 Partito totalitario e «catch all party»
5.2.5 Democrazia e partiti: quale futuro?
5.2.6 L’autorità decentrata: il pluralismo sociale
5.2.8 I dilemmi del pluralismo
5.2.9 Comunità, pluralismo e virtù civiche
CAP. VI
Etica pubblica e bene comune
6.1 Interpretazioni del bene comune
6.2 Bene comune e beni comuni
6.3 Bene comune e pluralismo etico
6.4 Il bene comune tra spazio e tempo: abitare umanamente la terra
CAP. VII
Bene comune, religione e politica
7.1 Dalla cristianità medievale alla modernità
7.2 Modelli di rapporto tra «società civile» e «società religiosa»: giurisdizionalismo e separatismo
7.3 Religione e democrazia nell’età “post-secolare”